Tea D'Agata: "Diventerò doula per accudire le neomamme"



La madre della madre. Tea D'Agata, catanese, 34 anni, è una donna già impegnata nel mondo della maternità consapevole e della solidarietà tra le mamme. Tra le fondatrici dell'associazione Mama Kreis (di cui abbiamo parlato anche qui), che si occupa, tra l'altro, di sostegno alla genitorialità e solidarietà sociale, Tea è una delle dieci allieve del primo corso per Doula avviato in Sicilia.
La doula è una figura assistenziale non medica e non sanitaria - normata dalla legge 4 del 2013 sulle professioni non ordinistiche - che si occupa del supporto alla donna durante tutto il percorso dalla gravidanza al post-partum, per almeno il primo anno di vita del neonato.

Il termine "doula", che viene dal greco antico e significa “serva della donna”, indica oggi una sorta di “madre della madre”  che, basandosi sulla sua esperienza personale e su un corso di formazione sostiene, supporta e coccola la futura mamma.
"È stata Grazia De Fiore, la consulente per l'allattamento a propormi di diventare organizzatrice del corso che sarebbe partito a novembre. Per me diventare una doula, in fondo, coincide con la mia idea di solidarietà tra donne che ho sempre sentito nelle mie corde. La doula è, infatti, una donna che accudisce e si prende cura della mamma per tutta la gravidanza e il primo anno di vita del bambino. Non giudica, non prende decisioni, ma stimola la coppia a chiedere e informarsi per scegliere sempre in modo consapevole".

Per diventare doula si segue un corso formativo che dura, non a caso, nove mesi, proprio il tempo per “partorire una madre della madre”. Tea, che insieme con le compagne sarà una pioniera di questa professione in Sicilia, frequenta la Scuola delle doule dell'associazione EcoMondo Doula (il corso è partito il 2 aprile, ma è ancora possibile iscriversi entro il 14 maggio, data della seconda lezione).


L'organizzatrice di questi corsi è Marzia Andretta, palermitana di stanza a Torino e doula da circa quattro che dice: “Sono diventata doula grazie a un mio percorso di crescita e consapevolezza personale riguardo alla maternità. Sono madre di due figli e durante la prima gravidanza, proprio perché rifiutavo l’idea, che consideravo assolutamente cattolica, di dover partorire con dolore, ho seguito a Napoli, dove vivevo allora, un corso di consapevolezza al parto condotto da una ostetrica molto illuminata che mi ha fatto capire quale fosse la funzione del dolore. Mi sono resa conto che il dolore mi avrebbe permesso, una volta accolto, di gestire il mio travaglio e di essere protagonista del mio parto. Per questo ho presentato il mio piano del parto nell’ospedale che ho scelto, dopo averne girati quattro prima di trovare quello che cercavo. Per la seconda gravidanza invece ho scelto di partorire in casa seguita dall’ostetrica del corso e subito dopo sono venuta a Torino per frequentare La Scuola delle doule. Ho cambiato letteralmente vita, lasciando il mio lavoro di ricercatrice all’Università e mettendo a frutto il mio percorso di consapevolezza”. 


 


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